martedì 23 marzo 2010

Tagliatelle ai semi di papavero con carciofi e zafferano


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Era un po' di tempo che non rispolveravo la mia "nonna papera" per preparare un bel piatto di tagliatelle. Mentre impastavo mi sono tornate in mente delle immagini bellissime, che potete trovare qui, di una sfoglia fatta in casa, resa ancora più bella ed invitante dai semi di papavero.
Il contrasto tra il giallo della pasta all'uovo e i il nero dei semini è meraviglioso ed io ho voluto accentuarlo aggiungendo anche dei pistilli di zafferano nel condimento.
E' venuto fuori un piatto davvero strepitoso grazie anche a dei tenerissimi carciofi romani e ad una croccante pancetta arrotolata...quindi il contrasto è sia per gli occhi che per il palato!

Una lettrice mi ha chiesto come deve essere conservata la pasta fresca.
E' bene stenderla su vassoi di cartone o, ancor meglio, su appositi teli a rete in modo che l'aria possa circolare. Se non prevedete di utilizzarla entro poche ore, congelatela immediatamente, lasciandola comunque stesa; in un secondo momento, chiudere le paste in sacchetti trasparenti, riportandovi sopra la data di produzione (è consigliabile consumarla entro 2 mesi).

Un'ultima cosa, prima vi ho parlato dello zafferano. Qui a L'Aquila produciamo uno zafferano fantastico, tra i migliori al mondo (anche Remi in Ratatouille, ne fa menzione!). La mobilitazione e il tam tam creati dalle 99 colombe ha dell'incredibile, mi piace ricordare che la mia terra è ricca di ottimi prodotti e in questo momento sono svariate le aziende che hanno bisogno di essere conosciute ed apprezzate, questo può essere un valido aiuto per uscire da una situazione difficile.

TAGLIATELLE AI SEMI DI PAPAVERO CON ZAFFERANO E CARCIOFI

Ingredienti (dosi per 4 persone)

Tagliatelle: 400 g di semola di grano duro, 4 uova, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di olio evo e 2 cucchiai di semi di papavero.
Condimento: 4 carciofi, 100 g di pancetta arrotolata 1 scalogno, limone, aglio, maggiorana, pistilli di zafferano di l'Aquila, vino bianco secco, olio evo, sale, pepe

Preparazione:
Sulla spianatoia, o un'ampia ciotola, raccogliere la farina, a fontana; allargare bene i bordi del cratere centrale per fare posto alle uova, cominciare  a sbatterle delicatamente con la forchetta e unite un pizzico di sale, i semi di papavero e l'olio che renderà la pasta più facile da stendere; cominciare a mescolare la farina con le uova attirandola poco alla volta con la forchetta verso il centro della fontana; tenere conto che il quantitativo di farina può variare a seconda della grandezza delle uova.
Raccogliere bene l'impasto e lavoratelo lungamente a mano fino ad ottenere un amalgama liscio e sodo; appena pronta, raccogliere la pasta a palla e lasciarla riposare coperta da una ciotola di vetro o da pellicola alimentare, per almeno 30'.
Stendere la pasta con la macchina: prendere piccole quantità di pasta e fatele passare una  tra i rulli. Ripetere più volte l'operazione, stringendo di volta in volta i rulli, fino ad ottenere lo spessore desiderato. Infine tagliare le tagliatelle.

Mondare e ridurre a spicchietti carciofi. Porli in ciotola con acqua acidulata con succo di limone. In una capiente casseruola scaldare l'olio, con l'aglio e lo scalogno tritato, farvi cuocere i carciofi per qualche minuto aggiungendovi 1/2 bicchiere di vino bianco e 1/2 d'acqua, un ciuffetto di maggiorana, sale e pepe. Coperchiare e cuocere su fiamma bassa per 13-15'.
In un padellino a parte far rosolare la pancetta arrotolata tagliata a strisciolene fino a renderla croccante.
Mettere i pistilli di zafferano in infusione in una tazza d'acqua bollente per almeno 20'.

Cuocere la pasta in abbondante acqua bollente salata, scolarla e farla saltare in padella con il condimento di carciofi, la pancetta croccante e l'infuso di zafferano (o la bustina in polvere).
Servire decorando con qualche fogliolina di maggiorana.






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giovedì 18 marzo 2010

"Mungana" ovvero...

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... "Torta vacca!" :-D
Eh si, perché la mungana altro non è che una bovina originaria dell'Olanda, la cui pezzatura bianca e nera ricorda i colori variegati dell'omonima torta.
Le sue origini risalgono alla cucina contadina marchigiana ed infatti è un dolce dagli ingredienti estremamente semplici: farina, burro(la ricetta originale prevede lo strutto), latte, uova e cacao.
Amo "ripescare" i dolci della tradizione perché il risultato non delude mai e sono sempre buonissimi. Questo in particolare è indicato per la colazione di grandi e piccini, morbido morbido è fantastico inzuppato nel latte!

"MUNGANA"
Ingredienti:

500 g di farina 00
150 g di zucchero
3 uova
1 bicchierino di Sassolino
1 bicchiere di latte
150 g di burro
2 bustine di lievito per dolci
25 g di cacao amaro in polvere

Preparazione:

1.Nel mixer lavorare la farina e il lievito setacciati con le uova, lo zucchero, il liquore, il latte, il burro.

2.Impastare il tutto fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo. Prendere 1/3 di pasta e incorporarvi il cacao.

3.Imburrare e infarinare una teglia e versarvi metà della pasta bianca allargandola con l'aiuto di una spatola. Coprirla con quella al cacao e formare un ultimo strato di pasta bianca.
Infornare a 180° per circa 30'. Per una perfetta cottura, verificare la consistenza introducendo al centro uno stuzzicadente che dovrà uscire, asciutto senza residui di pasta.

domenica 14 marzo 2010

Volate 99 Colombe!!!


Lontana da più di un mese da queste pagine sono stra-felice di tornare parlandovi di un'iniziativa che sta coinvolgendo numerosi foodblog, ad oggi più di cento, con lo scopo di aiutare un'azienda storica aquilana a farsi conoscere e a promuovere i suoi prodotti.

Dal 1835 il marchio Nurzia per noi aquilani ha rappresentato non semplicemente un'azienda dolciaria, ma un simbolo della città come la basilica di Collemaggio o le 99 cannelle, piazze, chiese e fontane (si, tutto 99!).
Il terremoto del 6 aprile non ha risparmiato niente e tutti i giorni davanti agli occhi abbiamo le conseguenze di quella notte. Macerie ovunque e difficoltà per tanti di riprendere una vita lavorativa normale. L'azienda delle sorelle Nurzia è un simbolo dell'impegno che gli aquilani stanno mettendo per riemergere da quelle macerie. E voi che leggete in questo momento potete dare il vostro contributo. Vi invito anche a leggere la bellissima e motivata lettera che la Dr.ssa Mara Marinangeli ha scritto e a provare i meravigliosi prodotti delle Sorelle Nurzia.

Questa la lettera in cui ritrovo i sentimenti, le sensazioni, la vita, non solo di un'azienda, ma di noi aquilani...


Cara Artemisia, cari amici ,

scrivo da L'Aquila e precisamente da dentro una casina di legno antisismica che è diventata la mia nuova dimora lavorativa dopo il terremoto. Il mio nome è Mara Marinangeli, mi occupo di Progetti Speciali, di strategie , di nuovi modi di inventare un modo di proporre il marchio Sorelle Nurzia che è l'azienda per la quale lavoro......non saprei dire onestamente che lavoro faccio da dopo il 6 aprile 2009 se non che invento ogni giorno la mia vita e quella di chi accanto a me ha deciso di non fermarsi e di far prevalere l'ottimismo innanzitutto.

Sarebbe illogico e falso se dicessi che va tutto bene ma la giusta ottica è quella che mi spinge a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno e l'entusiasmo nel vivere la mia vita e nel cogliere le opportunità che questa tragedia ci ha messo davanti . Se si vuole vedere il nero qui ce n'è da ogni dove. Basta attraversare la strada davanti la fabbrica e ti trovi dentro Onna, dentro un paese fantasma dove i pullman di tutto il mondo vengono facendo tappa prima di arrivare a Pompei...più o meno i viaggi della tragedia ormai li dirottano tutti qui. Vai dentro un paese raso a suolo , ti accori, ti giri intorno e poi guardi le nuove casine della ricostruzione dove le persone sembrano statuine in un presepe finto , dove sembra che la normalità abbia ripreso il suo posto ma dove mancano all'appello due generazioni: quella dei ragazzi e quella dei bambini del paese.

Questo è quello che vedi dentro Onna ma che a specchio trovi in ogni paese che circonda L'Aquila. La mia città senza più il suo cuore pulsante, i suoi portici pieni di vita, le sue 99 chiese, 99 piazze, 99 fontane....senza la casa dove vivevo con la mia famiglia , le mie due bambine e mio marito. Casina antisismica di legno anche per la mia vita familiare. Molto poco in piedi di tutto ciò che ci aveva lasciato il passato ma tanta energia giovane è rimasta ad osservare ed a progettare il modo e tempo giusto e propizio per rialzarsi. Tra queste persone ci sono io con tutti i miei colleghi di Sorelle Nurzia che dall'11 maggio, appena sono tornati a riaccendersi i forni della fabbrica non abbiamo perso tempo siamo tornati a lavorare con una grinta incredibile. Il terremoto ci ha sorpresi in modo vigliacco, di notte, sorprendendoci nel sonno. Ci ha tolto tanto in 20 secondi dopo i quali abbiamo dovuto riorganizzare completamente le nostre vite ma abbiamo capito da subito che il lavoro ci avrebbe ridato la dignità e l'energia per non spegnerci dentro tanto dolore da cui eravamo circondati. La vita nelle tendopoli è stata un'esperienza di grande crescita. La condivisione degli spazi con persone sconosciute, la mensa con altre 250 persone con cui si pregava prima di mangiare, la scuola dei bambini conquistata con grande fatica pur di non permettere che vivessero come senzatetto lasciati senza una guida o un punto di riferimento di un'insegnante. Fare la fila per poter fare una lavatrice, non avere una parrucchiera per mesi. A ripensarci mi vengono i brividi ma sento che siamo stati eroici. Sorelle Nurzia ha fornito dentro le tendopoli le colazioni per tanti sfollati, io andavo a contare i cartoni nelle tende-mensa per fare un minimo di inventario ed aiutare la Protezione Civile, la Croce Rossa o le Misericordie che gestivano i campi a fare i rifornimenti ed agevolarli negli scarichi dei prodotti . Chiudono le tendopoli e arriva il Natale folgorante del 2009 con la solidarietà di tutto il mondo che ci ha cercati e sostenuti acquistando i nostri torroni e panettoni. Ma il momento più temuto non si è fatto attendere ed è stato gennaio dove è arrivato lo stop fisiologico nel quale l'azienda ha avuto un calo di commesse. Non esistendo più il mercato locale del centro storico si sono fermate automaticamente le vendite dei nostri favolosi biscotti che fornivamo nelle enoteche, nei bar, nei negozi specializzati, negli alimentari o nei centri commerciali. Non ho paura ma mi rendo conto che senza L'Aquila ho bisogno di trovare un indotto commerciale fuori questo territorio dolorante dove la ripresa sarà lenta e faticosa. Quindi internet che mi permette ogni giorno di conoscere tante persone tra le quali i foodblogger , un gruppo di originali appassionati del mondo del cibo. Ho 41 anni ed ho sempre lavorato nel marketing, guidata da studi accademici che mi facevano camminare quasi su un territorio tracciato da altri. Dopo il 6 aprile mi sento un'esploratrice, una pioniera che cerca, curiosa, osserva luoghi e mosse come se fossi la prima a scendere su un'isola deserta. Ripartire , o meglio risorgere dopo un sisma catastrofico dove non hai più neanche un punto di riferimento in piedi è davvero difficile ma allo stesso modo affascinante. Quando hai bisogno di ago e filo e sei costretto a chiederlo a qualcuno che te lo deve portare da Roma il giorno seguente capisci che devi ripartire da zero e se sei coraggioso fai finta di niente e riparti altrimenti fai le valige e decidi di tornare dopo un paio di anni quando qualcuno al posto tuo avrà provato a riattaccare i pezzi di un puzzle.

Noi abbiamo deciso di rimanere non senza vivere momenti di grande sconforto ma Sorelle Nurzia è stata la nostra ancora, un transatlantico che è uscito fuori rotta , ha imbarcato un pò d'acqua ma poi grazie a chi stava al timone ha ripreso la via, cercando di non guardarsi mai alle spalle e sostenendo chi aveva momenti di cedimento. Ora siamo migliori di prima, sicuramente persone diverse ed orgogliosi di non aver mai abbandonato la nave. Anzi....

Nuova vita...nuovi modi di lavorare e produrre. Lavorare sulla destagionalizzazione di Sorelle Nurzia è stato il mio primo pensiero , uscire dal binomio Sorelle Nurzia uguale torroni uguale Natale ma piuttosto Sorelle Nurzia ......tentazioni tutto l'anno.

Ho letto , non so dove, che quando ci sono grandi avvenimenti catastrofici , situazioni negative che cambiano la vita, di contro ci sono nuove risorse che lo spirito di sopravvivenza ti spinge a tirare fuori . Forse è propri dietro questa filosofia che è uscita la nuova linea di Sorelle Nurzia che propone la Pasqua con colombe, pizze di Pasqua prodotte con patate locali e lievitate 2 giorni, uova di cioccolato realizzate con il nostro cioccolato del torrone e ovetti confettati, praline di ogni tipo, amaretti, cantucci al pistacchio e tanti tanti altri prodotti da forno.

Vi invito quindi a visitare il nostro sito www.sorellenurzia.it, anzi , mi piacerebbe invitarvi in fabbrica qui da noi per conoscerci e visitare un pezzettino dell'Aquila produttivo e pieno di vita!!!

Se poi siete interessati a qualche prodotto o alla nostra linea di biscotteria potete contattarmi , sarò lieta di darvi ogni consiglio o chiarimento.



Vi abbraccio

Mara

PS: ti prego di tagliare modificare togliere limare insomma accorciare se serve. Sono stata un pochino prolissa ma sinceramente io sono così, mi piace comunicare e visitando il vostro mondo che tu mi hai presentato perchè mi era un tantino sconosciuto ho avuto quasi un incontro con tanti amici.


(Dr.ssa Mara Marinangeli Resp. Progetti Speciali Sorelle Nurzia L’Aquila )

Nasce di seguito a questa lettera un blog, 99 colombe, e un'iniziativa: entro la data simbolo del 6 aprile, ogni partecipante dovrò postare una ricetta realizzata con i prodotti delle sorelle Nurzia o di accompagnamento ad essi.
Per tutte le informazioni vi invito a visitare il blog dove troverete anche tutti i momenti della sua nascita e un listino prodotti chiaro e semplice.

Leggo nel sito delle 99 colombe che il tam tam sta funzionando alla grande. Numerosi sono gli ordini arrivati all'azienda in questi giorni!
Mi sento di dire un grazie di cuore a voi tutti cari amici foodblog, la vostra solidarietà mi emoziona e commuove!
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